Non avendo mai affrontato finora l’argomento relativo alla sorte riservata agli animali domestici nella fase di separazione o divorzio cercheremo qui di fornire una breve guida su un tema che sembra irrilevante ma all’atto pratico non lo è, stante il sempre crescente numero di nuclei familiari che posseggono un amico a quattro zampe.
Il tema non è di poco conto, se è vero – come è vero – che sempre più spesso la giurisprudenza si è trovata a dover affrontare questioni relative ai piccoli animali domestici, in assenza di una specifica disciplina normativa sull’argomento.
Va precisato infatti che in Italia non esiste una legislazione specifica sul tema sebbene già diversi anni fa sia stata avanzata una proposta di legge per introdurre nel Codice Civile una normativa ad hoc per disciplinare “l’ affido degli animali familiari in caso di separazione dei coniugi”.
Stante il vuoto normativo quindi viene aiuto la giurisprudenza, che di seguito brevemente esaminiamo.
La giurisprudenza
Con una prima sentenza (n. 5322 del 15.03.2016), il Tribunale di Roma (seguendo la scia del Tribunale di Foggia e del Tribunale di Cremona intervenuti in precedenza sullo stesso tema), aveva stabilito che – in assenza di regole precise – agli animali domestici si applicano per analogia le stesse norme relative all’affidamento della prole.
In buona sostanza quindi il Tribunale stabilì che le sorti del piccolo animale sarebbero state disciplinate dalle stesse norme che regolano l’affido dei figli minori, tenendo conto dell’interesse dell’animale.
Veniva così stabilito che l’animale domestico (nel caso specifico un cane) venisse affidato alle cure di uno dei due coniugi garantendo il diritto di visita per l’altro coniuge e stabilendo che le relative spese fossero equamente divise fra i due.
Successivamente anche il Tribunale di Sciacca (nel 2019) si è pronunciato in tal senso stabilendo che l’animale fosse affidato alle cure della moglie (considerata più idonea ad accudirlo rispetto al marito) con diritto di visita in favore di quest’ultimo e ripartizione delle spese al 50%.
L’aspetto innovativo della sentenza è stato il riconoscimento esplicito che il sentimento per gli animali costituisce un valore meritevole di tutela. Per il Giudice di Sciacca, infatti, nel decidere sull’affidamento dell’animale domestico e sul suo mantenimento si dovrà tenere conto intanto del fatto che il sentimento per gli animali costituisce un valore meritevole di tutela e in secondo luogo dell’interesse dell’animale stesso che verrà affidato alla cura del coniuge che verrà ritenuto più idoneo a prescindere dall’intestaizone risultante dal microchip.
Ancora più recentemente si segnala sulla stessa lunghezza d’onda anche il Tribunale di Lucca (sentenza del 26.1.2020) il quale ha ribadito che “alla luce dell’importanza del legame affettivo tra persone ed animali e del rispetto dovuto a questi ultimi quali esseri senzienti“, la normativa più vicina alla fattispecie in esame sia quella relativa all’affidamento dei figli.
Anche il Tribunale di Lucca evidenzia dunque l’importanza del legame che si instaura con gli animali da compagnia, ritenendolo meritevole di tutela a tutti gli effetti.
Nonostante la posizione favorevole della giurisprudenza, il vuoto normativo non aiuta e rende sempre più necessario un intervento del legislatore che tenga conto del valore della relazione che si instaura con un animale domestico e disciplini i casi in cui i coniugi non riescano a trovare un accordo bonario in ordine alla sorte dell’animale.
Va da sè infatti che è sempre preferibile raggiungere un accordo tra i coniugi anche in relazione alla gestione dell’animale di famiglia stabilendo di comune accordo sia la sua migliore collocazione e sia l’equa suddivisione delle relative spese .
Molto spesso però l’accordo è difficile da trovare lasciando così al Giudice il compito di trovare la migliore soluzione nell’interesse del piccolo animale.
Alla luce di queste brevi osservazioni è evidente quindi come si renda opportuno da un lato una politica di sensibilizzazione sul tema e dall’altro un serio intervento del legislatore per fornire regole precise e stringenti che consentano di regolamentare situazioni di questo tipo e garantiscano un idoneo livello di cura, attenzione e responsabilità degli animali domestici intesi come esseri senzienti e pertanto assolutamente meritevoli di tutela.