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Mantenimento anche al coniuge che lavora in nero

La Corte di Cassazione con l’ordinanza numero n. 29627/2022 ha stabilito che l’ex coniuge che durante la vita matrimoniale ha sacrificato il proprio lavoro per dedicarsi alle esigenze della famiglia e dei figli, ha diritto ad un assegno divorzile anche se lavora in nero.
La pronuncia riguarda il caso di una donna che – avendo perso occasioni di lavoro e carriera durante il matrimonio- una volta divorziata si è ritrovata a svolgere attività lavorativa in nero non avendo altre possibilità di sostentamento.
In questo caso la Corte di Cassazione, rifacendosi alla funzione assistenziale, comparativa e compensativa dell’assegno divorzile ha ritenuto che la donna ne avesse diritto proprio perché durante la vita matrimoniale aveva sacrificato le proprie ambizioni di lavoro per dedicarsi alla famiglia.
La sperequazione tra le due condizioni economiche ha spinto i Giudici a ritenere la donna meritevole dell’assegno divorzile pur lavorando in nero, trovandosi comunque in una situazione di oggettiva disparità economica on l’ex coniuge.
Del resto ricordiamo che il Tribunale – nel decidere sull’assegno divorzile – deve valutare diverse circostanze e più precisamente
– il contributo apportato dal coniuge richiedente al nucleo familiare e al patrimonio;
– se la situazione del coniuge richiedente al momento del divorzio sia dipesa dalle scelte condivise con l’ex coniuge durante il matrimonio (ossia se questi abbia sacrificato le proprie ambizioni professionali e reddituali per la cura della famiglia e la crescita dei figli per scelta condivisa);
– le condizioni personali del coniuge richiedente l’assegno (età, stato di salute, capacità lavorativa ecc.) al fine di poter emettere una prognosi futura;
– la durata del vincolo matrimoniale.
L’assegno divorzile infatti va riconosciuto a quello dei due ex coniugi che si trova in difficoltà economica non per sua scelta ma per ragioni oggettive di impossibilità a procurarsi da solo mezzi adeguati al sostentamento.
Una volta appurato il diritto all’assegno divorzile esso deve andare sostanzialmente a compensare la disparità economica tra i due ex coniugi al fine di assicurare a quello più “debole” un’esistenza dignitosa e una adeguata auto sufficienza reddituale.
Laddove il coniuge , pur lavorando in nero, non riesca a raggiungere l’autosufficienza economica, allora ha diritto all’assegno divorzile.

Avv. Daniela Giuliani
Avv. Daniela Giuliani

L'Avv. Daniela Giuliani dirige la sede di Roma di AMA (Avvocati Matrimonialisti Associati). Se desideri ulteriori approfondimenti su quest'articolo, puoi contattarla compilando il modulo di contatto che trovi in questa pagina.

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2 commenti

  1. Buongiorno, divorziato da 8 mesi ma mia ex percepisce un assegno di 500 euro , io tra i debiti conseguiti durante il matrimonio e affitto casa riesco a sopravvivere, mentre lei vive visto che con il lavoro a nero porta a casa circa 1200 euro, mi so o rivolto a tante istituzioni ma nessuno può far nulla come devo comportarmi. Inoltre a mia figlia maggiorenne 29 enne che verso a parte 200 euro, laureata e non cerca lavica cosa posso fare? Grazie mille distinti saluti

  2. Buongiorno .
    Sono separato con decreto dal2021 con me abita mio figlio che fa l’università, tutte le spese affrontate ad oggi tutte a mio carico xche lei a suo dire non a soldi .io abito nella casa coniugale e lei in affitto altra sede .adesso mi fa causa xche vuole un mantenimento ma lavora in nero guadagna 700/800 euro al mese cosa dice la legge in merito un grazie a chi mi risponde … cordialmente saluti

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