Sono tanti i casi di neo-papà separati che si trovano a dover lottare per vedere riconosciuto il loro diritto alla bigenitorialità. Infatti, anche se la regola rimane quella dell’affidamento condiviso, di fatto è di difficile attuazione.
Per il nostro ordinamento il minore, a prescindere dalla sua età, ha diritto a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo sia con la madre che col padre, ovvero ha diritto di trascorrere momenti speciali come il bagnetto, il gioco sul letto, il biberon sia con la mamma che con il papà, ma spesso questo non avviene.
Nei casi di elevata conflittualità sono proprio le madri che si rivolgono al Tribunale per chiedere di escludere o limitare la possibilità per il bambino di pernottare presso il padre, finchè non abbia compiuto almeno quattro / cinque anni di età. In alcuni casi il diritto di visita paterno viene addirittura ridotto a poche ore infrasettimanali presso la stessa casa materna.
È la soluzione più equilibrata dal punto di vista del bambino? ovviamente no.
Sul punto la giurisprudenza invita al buon senso, ovvero finchè il minore non è svezzato i pernottamenti dovranno essere evitati, ma dallo svezzamento in poi potrà essere seguito un calendario visite che inserisca gradualmente i pernottamenti.
A partire dal secondo anno di vita, il minore potrà successivamnte restare a dormire presso l’abitazione paterna. La madre, per opporsi, dovrebbe poter dimostrare che da ciò deriverebbe un pregiudizio al bambino. Non potrebbe, tuttavia, limitarsi a sostenere l’incapacità del papà ad accudire il figlio data la sua tenera età.
Il Tribunale di Milano sul punto ha chiarito che “la genitorialità si apprende facendo i genitori e che limitare la possibilità di padri e figli di condividere le abitudini della vita quotidiana (come il mangiare e il dormire), significa rendere la loro relazione qualcosa di diverso da una relazione familiare che, al contrario, si basa proprio sulla condivisione di momenti semplici.”
Dunque, il bambino svezzato che ha acquisito l’abitudine di addormentarsi e risvegliarsi col padre durante il riposo pomeridiano, potrà iniziare a pernottare presso il medesimo.
Ovviamente dovranno essere rispettati ed immediatamente colti eventuali segnali di disagio.
Quali strumenti utilizzano i tribunali per decidere l’eventuale calendario visite?
Se i genitori si muovono reciproche gravi accuse, senza fornire prove concrete, il tribunale si avvale di propri consulenti (CTU) cui conferisce il compito di valutare i profili di personalità delle parti in causa, nonche le rispettive capacità genitoriali delle stesse.
È bene evidenziare che la conflittualità genitoriale danneggia un sano sviluppo psicofisico dei figli e che sarebbe opportuno riuscire a mediare e a trovare soluzioni condivise.
Se anche tu hai difficoltà ad esercitare il diritto di visita, puoi contattarci, valuteremo il tuo caso insieme per trovare la soluzione migliore nel pieno rispetto della bigenitorialità.
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Nel breve commento non risulta la data della pronuncia del tribunale di Milano e neanche il numero, elementi fondamentali.